Pensiamo sia ampiamente condivisibile la visione che tutti noi, uomini, donne,bambini, della terra, siamo come un unico grande popolo in cammino per raggiungere un unico obiettivo che è quello della felicità e della gioia.
Pensiamo sia ampiamente condivisibile la visione che tutti noi, uomini, donne,bambini, della terra, siamo come un unico grande popolo in cammino per raggiungere un unico obiettivo che è quello della felicità e della gioia.
Nella realtà attuale, d’altra parte, è ben visibile la sofferenza di una grande moltitudine di questi uomini, donne e bambini: una sofferenza enorme e indicibile.
Una sofferenza che arriva alle nostre orecchie, e al nostro cuore, come un urlo in cui si nasconde una richiesta di aiuto, di solidarietà, di complicità come esseri umani.
La consapevolezza di tutto ciò, aumentata e sempre alimentata da ciò che vediamo, che ascoltiamo e che sentiamo ci porta inesorabilmente a dare una risposta, sempre e solo se non rinunciamo alla nostra umanità.
L’obiettivo resta sempre quello: la gioia, la felicità che possono scaturire spontaneamente anche dal dare un senso alla nostra esistenza.
Si tratta di abbassarsi un po’, di farsi coinvolgere, di rinunciare e sacrificare qualche cosa (per tanti il superfluo), di diventare padri, madri, figli, fratelli e sorelle di altrettanti padri, madri, figli, fratelli e sorelle venuti da lontano.
Si tratta di aiutarci tutti quanti ad essere e diventare uomini.
Ecco concretamente quello che come Abbraccio abbiamo deciso di fare e che tuttora stiamo realizzando.
PRESUPPOSTI: un gruppo di volontari che aiuti nell’accoglienza e che curi in modo particolare la nascita e la crescita di una relazione umana autentica.
STRUMENTI: l’ascolto è lo strumento fondamentale.
La condivisione di pensieri e vissuti nell’equipe fatta da operatori e volontari.
La programmazione del lavoro e le decisioni possibilmente da prendere insieme: l’equipe e i destinatari dell’aiuto.
Naturalmente garantire e rispondere ai bisogni fondamentali della casa, della salute, dell’alimentazione, dell’istruzione, dell’autonomia da raggiungere sempre insieme, affrontando le difficoltà del capirsi, delle aspettative a volte fuorvianti e irrealizzabili, degli incontri difficoltosi di convinzioni giudizi e pregiudizi, della difficoltà di culture innegabilmente diverse.
Le famiglie accolte sono tre, una somala composta da mamma e tre bimbi, una nigeriana, papà mamma e due bimbi con un terzo in arrivo a brevissimo ed una marocchina composta da papà, mamma e due bimbi.
I bimbi vanno a scuola e fanno attività sportive, i genitori frequentano la scuola di italiano per adulti in Alessandria.
Per dare risposta ad un bisogno impellente che hanno i richiedenti asilo quando arrivano in Italia, trovare il lavoro, ci siamo inventati L’ORTO CONDIVISO.
Perché CONDIVISO? Perché anche gli italiani fanno fatica a trovare lavoro e si viene così a determinare una situazione comune da condividere.
Quando si condivide una mancanza e un grave disagio, ci si parla, ci si conosce, allora le cose si vedono in modo diverso e da qui il passo verso l’integrazione è molto più semplice.
Nell’ORTO CONDIVISO, sotto l’occhio esperto di Giulio e Alessia presso la Cascina Spada a Fubine, lavorano insieme 10 persone, 4 richiedenti asilo e 6 italiani, per produrre pomodori, zucchine, melanzane, fagiolini, peperoni, meloni ed angurie.
I prodotti sono acquistabili in loco dalle ore 18 alle ore 20, dal lunedì al venerdì.
Per informazioni telefonare al 3206143593, nelle ore pomeridiane.